Il Borgo A' Cunziria
“A Cunziria” (La Conceria) è un antico borgo artigiano sette-ottocentesco sviluppatosi al di fuori del tessuto urbano di Vizzini, suggestiva cittadina in provincia di Catania, nei pressi del torrente Masera.Deve il suo nome alla fiorente attività che vi si svolse fino agli anni ’20 del ‘900 (la concia delle pelli) e la sua fama alla novella Cavalleria Rusticana dello scrittore verista Giovanni Verga. Proprio fra le sue collinette e i suoi fichi d’India, infatti, si consuma il duello d’onore tra Turiddu Macca e compare Alfio.
Affascinante e pittoresco esemplare d’archeologia industriale ottocentesca, la Cunziria ospitava un centinaio di persone che lavoravano e risiedevano nelle caratteristiche abitazioni di Contrada Masera: circa 40 piccole case-bottega, alcune a più piani ed edificate su più livelli tra la valle e la collina per favorire la seccatura delle pelli lavorate, più la chiesetta di Sant’Eligio, della quale rimane oggi solo la struttura.
Sviluppatasi nei pressi de “A Funtana” (la Fontana), la Cunziria era il luogo più idoneo per l’attività di conciatura del cuoio: ampi spazi esposti al sole, abbondanza di tannino estratto dalle numerose piante di sommacco lì presenti e una sorgente d’acqua, il torrente Masera per l’appunto, che raggiungeva l’interno delle botteghe degli artigiani tramite un ingegnoso sistema di canalizzazione e vasche di raccolta ancora oggi ben visibili Abbandonato in seguito alla rivoluzione industriale, ai mutamenti economici e ai conflitti mondiali, questo antico borgo ormai disabitato è divenuto presto luogo di deposito abusivo per agricoltori e allevatori. Oggi proprietà della provincia di Catania in comodato d’uso gratuito al Comune di Vizzini, è in restauro ai fini della valorizzazione storico-letteraria del Patrimonio Verghiano per consentirne una più adeguata fruizione turistica, culturale e commerciale.
Pietra bianca, muri a secco neri e grigi, vialetti che si inerpicano attorno alla collina, piante di sommacco, profumo di zagara. Questi i luoghi in cui visse Giovanni Verga e nei quali ambientò le sue novelle.
Affascinante e pittoresco esemplare d’archeologia industriale ottocentesca, la Cunziria ospitava un centinaio di persone che lavoravano e risiedevano nelle caratteristiche abitazioni di Contrada Masera: circa 40 piccole case-bottega, alcune a più piani ed edificate su più livelli tra la valle e la collina per favorire la seccatura delle pelli lavorate, più la chiesetta di Sant’Eligio, della quale rimane oggi solo la struttura.
Sviluppatasi nei pressi de “A Funtana” (la Fontana), la Cunziria era il luogo più idoneo per l’attività di conciatura del cuoio: ampi spazi esposti al sole, abbondanza di tannino estratto dalle numerose piante di sommacco lì presenti e una sorgente d’acqua, il torrente Masera per l’appunto, che raggiungeva l’interno delle botteghe degli artigiani tramite un ingegnoso sistema di canalizzazione e vasche di raccolta ancora oggi ben visibili Abbandonato in seguito alla rivoluzione industriale, ai mutamenti economici e ai conflitti mondiali, questo antico borgo ormai disabitato è divenuto presto luogo di deposito abusivo per agricoltori e allevatori. Oggi proprietà della provincia di Catania in comodato d’uso gratuito al Comune di Vizzini, è in restauro ai fini della valorizzazione storico-letteraria del Patrimonio Verghiano per consentirne una più adeguata fruizione turistica, culturale e commerciale.
Pietra bianca, muri a secco neri e grigi, vialetti che si inerpicano attorno alla collina, piante di sommacco, profumo di zagara. Questi i luoghi in cui visse Giovanni Verga e nei quali ambientò le sue novelle.
Un tempo, nei pressi di Vizzini, c’era la Conceria, Cunziria… Un vecchio borgo settecentesco dove l’attività peculiare era la lavorazione delle pelli. Era una zona edificata fuori dal centro urbano; una specie di borgo artigianale sorto in prossimità del torrente Masera, possiamo definirla una testimonianza del processo di trasformazione dell’agricoltura nell’attività industriale e commerciale legata alla lavorazione delle pelli. Strutturalmente Cunziria consiste in una serie di edificazioni spontanee, dislocate a una certa distanza dal centro storico, che sfruttando la conformazione geomorfologia del terreno caratterizzato dalla disposizione a collinette che, per la loro esposizione al sole, favorivano l’essiccazione delle pelli lavorate. Luogo adatto grazie ad una sorgente d’acqua, il suddetto torrente Masera, e abbondanza di tannino, prezioso per la lavorazione delle pelli, estratto dalla pianta di Sommacco (Rhus coriaria), molto diffusa nella zona. La pulitura e il trattamento delle pelli avveniva all’interno di vasche scavate nella roccia, alcune delle quali poi interrate ed oggi nuovamente visibili grazie a recenti scavi. Ha rappresentato un ottimo esempio di architettura rurale, espressione della cultura agricola dell’epoca. Oggi della Cunziria restano solo i ruderi, ma danno un’idea che il borgo dovesse essere molto particolare ed apprezzato all’epoca. Ci rimangono, ad oggi, i ruderi della chiesetta di Sant’Egidio, anche se alcuni ritengono che la chiesa sia di origini molto più antiche, addirittura di epoca romana. Coloro i quali ritengono che la chiesa abbia un’origine più antica lo affermano grazie a delle vasche, nelle sue immediate vicinanze, che servivano a raccogliere l’acqua, successivamente utilizzate per la lavorazione della concia. La prosperità della Cunziria terminò alla fine degli anni ’20 del novecento, dopo i quali comincia un lento e inarrestabile declino, fino agli anni ’60, quando la pratica della concia viene quasi definitivamente abbandonata, grazie alla lavorazione moderna ed industriale delle pelli. Le case sono costruite in pietra locale di colore ferrigno. La tessitura muraria e le concezioni volumetriche, ma soprattutto il dettaglio architettonico, laddove ancora visibile, è strettamente legato alle tradizioni costruttive di questa parte della Sicilia. Ma più che l’architettura è la sua localizzazione in una vallata aperta, decentrata come si è accennato rispetto all’abitato del paese, a rendere l’insieme unico e particolarmente interessante. Eppure questo borgo colpì addirittura il Verga, il quale lo vide come ambientazione per la sua “Cavalleria Rusticana". Dopo di lui Gabriele Lavia ci ha girato “La lupa”, Zeffirelli la versione cinematografica della stessa Cavalleria di Verga…Insomma, un luogo importante, suggestivo per tutti. L’abbandono di questo luogo però, al contrario di tanti paesi fantasma, non ha determinato l’oblio, o perlomeno, non sempre, infatti sono state tante le proposte per il recupero di Cunziria, i cittadini, le istituzioni locali, tante associazioni si sono battute per il suo recupero, finché non sono stati stanziati i soldi ed è partito il recupero, interrotto però, da problemi con la ditta vincitrice dell’appalto. Particolare è pure la condizione orografica e geologica del contesto in cui si inserisce il Borgo: quello di un colle la cui parte inferiore è composta dalle calcareniti ed è segnata da una grande cavità sotterranea scavata dall’uomo che la usava come cava per pietra da taglio grazie alla natura della roccia di bassa compattezza, quindi facilmente lavorabile. Il borgo della Cunziria si estende per 8.500 mq; originariamente costituito da 13 isolati con una struttura tipologica di “casa terrana”, occupa complessivamente una superficie di 3.223,35 mq. La Cunzeria è formata da circa quaranta edifici, distribuiti a diversi livelli tra la valle e la collina in cui sorge Vizzini. Costruita in pietra nera e grigia le case a due piani avevano piccoli orti e una serie di cortiletti. Ogni edificio esplicava la doppia funzione di abitazione e di laboratorio di lavorazione delle pelli. L’abbandono dell’insediamento da parte dei nuclei familiari residenti ha comportato anche la distruzione delle canalizzazioni costruite per il lavaggio e la macerazione delle pelli, interrompendo così il regolare flusso d’acqua nella sottostante valle dei mulini. In seguito le abitazioni e i laboratori abbandonati sono stati abusivamente adibiti a stalle, depositi agricoli e macelli clandestini.
Oggi, in un vecchio rudere vicino risalente al 1400 e incastonato nella montagna, nasce l'agriturismo che prende il suo nome, A Cunziria, all’interno del quale sono state ricavate camere e ambienti in stile rustico, sfruttando le grotte naturali e gli strumenti di lavoro abbandonati dagli artigiani.
Un luogo di relax che si estende per 80 ettari percorribili a cavallo o in mountain bike, mezzi di trasporto ideali per scoprire la vicina Vizzini (1 km circa), per visitare le stalle ove gustare specialità culinarie tipiche locali come la ricotta (la cui sagra si svolge ogni anno a Vizzini il 25 aprile), la tuma o il pecorino, oppure semplicemente per godere dei suoni della natura: il pascolo degli animali sulla collina, il tintinnio metallico dei campanacci, il gorgoglio dell’acqua e il canto degli uccelli che vivono lungo il ruscello.